
Ti Senti Sempre In Colpa Come Genitore? 3 Strategie Per Non Farti Schiacciare Dal Senso Di Colpa E Come Utilizzarlo A Tuo Favore. Pt2
mag 2
7 minuti di lettura
0
6
0

“La colpa è un sentimento sterile, a meno che non lo si trasformi in consapevolezza e responsabilità.” – Daniel Goleman
👨👩👧 Caro Genitore,
nell’articolo della settimana scorsa abbiamo parlato di cos’è il senso di colpa, dei tre macro gruppi in cui si manifesta e di quale nervo scoperto vanno a solleticare dentro di noi.
Lo puoi recuperare qui: 👉 Il Senso di Colpa PT1
Oggi, invece, faremo un viaggio più pratico, cercando di affinare il pensiero e renderlo utile, concreto, quotidiano.
Un cambio di prospettiva: dal senso di colpa all’evoluzione
E se ti dicessi che il senso di colpa è un segnale prezioso? Un indicatore, una cartina tornasole, che ti è stato dato non per farti soffrire, ma per aiutarti a capire dove puoi evolvere?
Se sotto quella voce critica si nascondesse, in realtà, il desiderio profondo di essere una persona — e unə genitore — più consapevole, più presente, più autentico?
Lo sentiamo nel corpo. A volte è la pancia che si stringe, altre volte il cuore che si fa sentire con più prepotenza, a volte nel respiro corto. Quando proviamo disallineamento, tutto il corpo ci avvisa. Ma, siccome è una sensazione scomoda e fastidiosa, il nostro primo istinto è quello di allontanarla. Il cervello, che vuole proteggerci dal disagio, ci spinge a cambiare discorso, a distrarci, a minimizzare. Oppure fa l’esatto opposto: ci lascia in balia del senso di colpa, ci fa credere che quella voce critica sia l’unica verità possibile.
E così finiamo per zittirlo o per dargli tutto il potere. Lo ignoriamo o ci identifichiamo completamente con lui.
Ma io ti invito, la prossima volta, a fare il contrario. A fermarti. A non reagire subito. A non metterlo a tacere ma nemmeno a farti travolgere dalla sua prepotenza.
Quando ti senti sopraffattə, ricorda: la comunicazione con te stessə è la chiave. Perché non puoi costruire relazioni rispettose e sane se prima non impari a trattarti con rispetto e umanità.
Non serve avere tutte le risposte subito. Basta iniziare a farti la domanda giusta.
Strategie per non farti schiacciare
Lo so, starai pensando che va bene, lo dobbiamo accogliere, che è utile, che lo sappiamo: ogni cosa ignorata finirà per ingrandirsi, urlare più forte e chiedere attenzione. E che quindi dobbiamo imparare a guardarlo in faccia, questo senso di colpa. Non scansarlo, non tappargli la bocca, non coprirlo con mille giustificazioni o autoaccuse.
Ma... come si fa?
Ecco alcune strategie che puoi iniziare a mettere in pratica da subito, senza bisogno di rivoluzionare tutto, ma con piccoli gesti di consapevolezza quotidiana.
🟡 Prenditi meno sul serio e datti il permesso di non essere perfettə
La perfezione è una trappola elegante: si presenta come un ideale da inseguire, ma in realtà è un modo sofisticato per tenerti in uno stato costante di insoddisfazione. È più facile a dirsi che a farsi, lo so. Ma essere perfettə non è sinonimo di essere un buon genitore. La vera sicurezza non nasce dal fare tutto benissimo, ma dal sapere che anche quando sbagli, puoi riparare. E andare avanti.
Prendo in prestito un esempio che ho adorato da una nota psicoterapeuta. In una storia su Instagram ha risposto a una domanda sulla perfezione in modo geniale. Tutti sappiamo che la perfezione non esiste, giusto? Proprio come sappiamo che non esistono gli unicorni. Ora facciamo un gioco di scambio: ogni volta che nella tua testa compare la parola perfezione, sostituiscila con unicorno.
Invece di dirti “Sono arrabbiatə con me perché non ho fatto quella cosa perfettamente." oppure “Sono arrabbiatə con me perché non ho gestito al meglio quella situazione”.
Prova a dirti: “Sono arrabbiatə con me perché non sono statə un unicorno.”
Come ti fa sentire? Un po’ più leggerə?
🟡 Pratica l’auto-compassione concreta e la ricerca di cosa desideri
Self-care non è (solo) farsi una tisana, andare dall’estetista o concedersi una coccola. Anche se, certo, perché no?
Quello che conta davvero è come ti parli quando le cose si fanno difficili. È allenarsi ogni giorno a un dialogo interno più gentile, più umano. Parlarti come parleresti a un’amicə che stimi profondamente. Con frasi che nutrono, non che puniscono: “Sto facendo del mio meglio.” “Posso sbagliare e continuare a essere unə buonə mamma o papà.” “Non tutto è sotto il mio controllo.”
Self-care è anche fermarsi a chiedersi: di cosa ho bisogno io, adesso?
Camminare all’aria aperta senza meta né auricolari, preparare un dolce solo per il gusto di farlo, dire no a quel pranzo in famiglia senza dover spiegare tutto, restare in pigiama fino a tardi la domenica mattina, fare ordine in quel cassetto che ogni volta ti fa sbuffare, spegnere il telefono per due ore mentre giochi con tuə figliə, comprare quel libro che ti ispira anche se ne hai altri iniziati, stare in silenzio per dieci minuti mentre tutti dormono, mandare un messaggio a chi ti fa stare bene, cambiare idea all’ultimo e non doverlo spiegare nemmeno a te stessə.
Quello che fai ti somiglia davvero?
🟡 Crea una rete di confronto reale
Il senso di colpa ama molto la solitudine. Si alimenta nel silenzio, nei pensieri in loop che continuano a riproporsi, in frasi che ci allontanano come “Sicuramente solo io mi sento così”. Ma non è vero. Condividere le proprie difficoltà con chi può accogliere senza giudicare è un atto rivoluzionario. Un gruppo, una persona fidata, un professionista: serve uno spazio sicuro dove dire “io mi sento così” e sentirsi rispondere “anch’io” oppure “lo so”.
📝 Compiti a casa (per fare pace con il senso di colpa)
1. Dai un nome al senso di colpa
Letteralmente. Dagli un nome ridicolo, teatrale, ironico. Può essere la Signora Pretendo, il Commissario Interno, la Voce Fastidiosa del Sottofondo.
👉L’obiettivo è uscire dalla fusione emotiva, prenderne un po’ le distanze. Se puoi dargli un nome, puoi anche parlargli. Umorismo e consapevolezza, insieme, sono una formula potentissima.
2. Fai qualcosa di “inaccettabile”… e sentilo tutto
Scegli un gesto che sai farà scattare il senso di colpa — ma fallo con intenzione. Ignora un messaggio per un giorno. Rimanda una risposta. Dì no a quel pranzo “che si fa sempre”. Prenditi un’ora per leggere anche se dovevi portare tuo figlio all'allenamento."
👉Poi resta lì. Non scappare appena il senso di colpa si presenta. Osservalo. Respiraci dentro. Allenati a stare nel disagio senza cedere. Così impari a riconoscere che non sei una “cattiva madre” o un “padre egoista”. Sei una persona con dei bisogni. E anche quelli contano.
3. Trasforma la voce del giudizio in una domanda utile
Il senso di colpa parla spesso in modo duro: “Hai sbagliato.” “Non sei abbastanza.” “Avresti dovuto fare diversamente.”
👉 Invece di entrare nel tunnel del rimprovero, prova a spostarti e chiederti: “Che bisogno mio sto trascurando?” “Cosa mi sta dicendo questa voce?” “Che valore importante sento di aver tradito?” Queste domande trasformano il senso di colpa in una guida, non in una sentenza.
✨ Nel percorso Evolution Parent dedichiamo diverse sessioni a lavorare su questo tema.
Non lo affrontiamo con frasi motivazionali da bacheca o consigli generici, ma entrando davvero nel vivo delle esperienze che vivi ogni giorno. Parliamo di come nasce, di quali messaggi porta con sé, e di come puoi iniziare a trasformarlo — concretamente — in uno strumento di crescita, invece che in un freno.
Lavoriamo insieme sulla riformulazione delle aspettative, sul tuo dialogo interno, sulle convinzioni nascoste che ti fanno sentire in difetto anche quando stai facendo del tuo meglio. Portiamo luce su dinamiche che spesso agiscono sotto traccia e ti aiutiamo a riscrivere uno sguardo più gentile, più lucido e soprattutto più tuo.
Quando il senso di colpa diventa una prigione
Se ti senti costantemente sbagliatə, inadeguatə, se il senso di colpa ti blocca o ti spinge ad agire solo per paura di sbagliare, è il momento di fermarti. Potrebbe essere necessario il supporto di unə professionista.
In questi casi:
👉 Un percorso con un parent coach può esserti utile se:
Ti senti confusə, ma desideri strumenti pratici per gestire il senso di colpa nella quotidianità con più consapevolezza
Vuoi lavorare sul tuo modo di comunicare, di porre limiti, di accogliere le tue emozioni
Ti accorgi che le tue reazioni a questa sensazione non ti piacciono, ma hai energia per metterti in gioco e cambiare abitudini
Hai bisogno di uno spazio in cui riflettere, confrontarti, evolvere nel tuo ruolo genitoriale con un approccio educativo gentile e a lungo termine
Quando invece il disagio per il senso di colpa diventa una compagnia quotidiana e non riesci più a distinguere tra ciò che senti e ciò che sei, fermarsi non è debolezza: è un atto di coraggio.
Ci sono campanelli d’allarme che meritano ascolto, non silenziamento:
Stanchezza cronica che non passa nemmeno con il riposo
Pensieri ricorrenti, ossessivi, giudicanti
Evitamento delle situazioni difficili o del confronto con gli altri
Isolamento emotivo e fisico, anche da chi ami
Perdita di piacere, di energia, di speranza
In questi casi serve uno sguardo diverso, professionale e competente, che ti accompagni a rimettere ordine, alleggerire il carico e ritrovare fiducia.
👉 Un percorso terapeutico è più indicato se:
Il senso di colpa è accompagnato da ansia costante, pensieri intrusivi o vissuti depressivi
Ti senti bloccato in un malessere che non riesci a spiegare o da cui non riesci ad uscire da solə
Hai vissuto traumi, lutti, esperienze passate che interferiscono con la tua relazione con i figli
Le difficoltà coinvolgono anche altre aree della tua vita (relazioni, lavoro, autostima profonda)
C’è un tempo per gli strumenti e un tempo per la cura. Entrambi sono validi, entrambi possono coesistere. L’importante è sapere che chiedere aiuto non è un fallimento, ma una forma di responsabilità verso di te e la tua famiglia.
Prima di salutarci...
Siamo arrivati alla fine, Caro Genitore, e come avrai capito il senso di colpa va dosato con attenzione. Va accolto come un amico, ascoltato in maniera oggettiva, riletto con lenti evolutive.
Ogni volta che ti senti in colpa, hai due possibilità:
giudicarti o imparare. Io scelgo la seconda. E tu?
✨ Quale senso di colpa ti porti dietro oggi, e se invece ti portassi comprensione? ✨
A presto.
Silvia.